“Si muore generalmente o perchè si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore, spesso, perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”. Giovanni Falcone questa frase la ripeteva spesso.. e queste parole rispecchiano un pò quella che è stata la sua vita. Giovanni Falcone è morto perché lo Stato, le istituzioni, lo hanno lasciato da solo, lo hanno lasciato da solo a combattere un nemico troppo grande, troppo potente, un nemico che non è identificabile con una sola persona, un nemico che non ha un solo volto, ma ha un nome, MAFIA. Giovanni Falcone è morto perché non aveva alcun sostegno, non disponeva delle “necessarie alleanze” di cui tanto parlava…….. anzi, sono state, forse, proprio queste strane alleanze ad ucciderlo. Sono ancora tanti i dubbi, gli interrogativi, i perché che si celano dietro a quel pomeriggio di 15 anni fa. Chi è stato a volersi liberare di Falcone? Semplice…Totò Riina!! Chi ha fatto saltare in aria il giudice con la sua scorta?.... semplice…. Giovanni Brusca!! Chi ha architettato la strage di Capaci?…. semplice.. la mafia!! Eh no, però, così è, veramente, troppo semplice! troppo semplice e troppo comodo…!! Adesso che la mafia di Corleone, i suoi capi e i suoi sicari, stanno pagando (anche se con tutti i vari permessi premio.. chiedete conferma a Giovanni Brusca!!), perché i procuratori non cercano di dare delle risposte ad altre domande, domande più complesse e intricate?
Per esempio:perché i dati più significativi dei computer di Giovanni Falcone sono andati perduti o maldestramente cancellati? Perché sul luogo della strage, a Capaci, è stato ritrovato (o fatto ritrovare?) un bigliettino con un numero di telefono di un funzionario del Sisde (il servizio segreto civile), il cui numero due, Bruno Contrada, fu poi arrestato e condannato per associazione mafiosa? Perché Paolo Borsellino ha voluto sottolineare, in una delle sue ultime interviste, i rapporti che Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, avrebbero intrattenuto con personaggi delle “famiglie” palermitane?
Quindi…chi ha ucciso il giudice Falcone? è stata SOLTANTO
Il 1992, per l’Italia, è stato un anno particolare, l’anno di Tangentopoli, di Mani pulite; centinaia di politici, amministratori, imprenditori, sono stati posti sotto inchiesta per diversi episodi di corruzione. Il boss dei Corleonesi, Totò Riina, annusa l’aria e si rende conto che negli ultimi tempi gli «amici importanti» di Cosa nostra, a Palermo e a Roma, non sono più attenti alle loro esigenze. Anche per Cosa nostra nasce l’era della “seconda repubblica”, dove cominciano a trattare direttamente con lo Stato. Alcuni importanti capi di Cosa nostra, che hanno vissuto dall’interno la preparazione delle stragi, riferiscono che era stata aperta una trattativa con soggetti dell’ambiente politico e istituzionale. Chi trattava, quindi, con Cosa nostra? Tra i nomi più ricorrenti nelle dichiarazioni dei pentiti vi erano
Ermanna
1 commento:
praticamente la realtà è questa...ciò che la mia magnifica sorellina ha sopra descritto...vi lascio un interrogativo che aiuta ancora meglio a chiarire il tutto...Giovanni falcone da Roma doveva recarsi in Francia, ma dato che aveva a disposizione 2 giorni liberi decise di passarli nella sua amata Palermo...cercate di capire come i MAFIOSI sono riusciti a scoprire che Falcone in quella circostanza decise di recarsi a Palermo...Penso che nn sia stato proprio lui a telefonare ai boss, no?...e allora???
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